Un safari in Botswana è uno tra i nostri più grandi sogni nel cassetto, da realizzare al più presto. Abbiamo già parlato di safari, turismo e conservazione della fauna selvatica: oltre a essere un tema che ci sta molto a cuore, è anche l’argomento di uno dei capitoli della mia tesi di laurea.
Il Botswana si trova nell’estrema Africa meridionale, al confine con il Sudafrica, lo Zimbabwe e la Namibia. Le tappe più importanti del safari in Botswana alla ricerca dei Big Five sono il Chobe National Park, il Delta dell’Okavango e la regione desertica del Kalahari centrale. Inoltre, moltissimi viaggi organizzati in Botswana includono la visita della riserva faunistica Moremi Game Reserve e del Makgadikgadi National Park.
Perchè scegliere un safari sostenibile proprio in Botswana?
Una premessa sulle diverse strategie turistiche
Esiste una differenza sostanziale tra le destinazioni che fondano il proprio sviluppo sulla sostenibilità e quelle che si basano sul turismo di massa. Nel primo caso, si tende ad implementare la strategia “volumi bassi, guadagni alti”, nel secondo caso è esattamente il contrario: “volumi alti, guadagni bassi”. Quest’ultima opzione è molto diffusa nei Paesi che registrano ingenti flussi turistici ogni anno, come accade ad esempio in Kenya e Tanzania. L’enorme presenza di turisti, facilitata dai costi bassi per sostenere il viaggio, porta con sé delle pesanti conseguenze sulla conservazione della fauna selvatica e sul coinvolgimento delle comunità locali nell’economia derivante dal turismo.
Botswana: una destinazione attenta a sostenibilità e conservazione
Il Botswana rappresenta – insieme alla Namibia di cui parleremo in un altro articolo – un modello positivo di sviluppo sostenibile del turismo per diversi motivi:
- Il Botswana è stato uno tra i primi Paesi africani a regolare i flussi turistici e diffondere un codice di comportamento sostenibile in tutta la filiera turistica.
- Più del 38% del territorio del Botswana è composto da parchi nazionali e riserve naturali, dove la fauna vive in totale libertà.
- Dopo la Namibia, è il secondo Paese per presenza di ghepardi, una specie considerata Vulnerabile dall’IUCN.
- Il Governo del Botswana, in collaborazione con Wilderness Safaris e con Wilderness Wildlife Trust, ha messo in campo un progetto per la conservazione del rinoceronte. Nel 1992 c’erano circa 19 rinoceronti bianchi in Botswana, mentre il rinoceronte nero risultava estinto nella stessa area. Il progetto – realizzato nel 2000 – ha permesso la salvaguardia e reintroduzione dei rinoceronti nel territorio.
- Il Botswana ha implementato una strategia nazionale per l’ecoturismo, fondata su cinque punti fondamentali: minimizzare gli impatti negativi a livello sociale, culturale ed ambientale; coinvolgere le comunità locali e distribuire i benefici economici; re-investire parte delle entrate nella conservazione; educare visitatori e abitanti all’importanza della conservazione; garantire la qualità dell’esperienza turistica.
- Il sistema è ulteriormente strutturato mediante una classificazione di sostenibilità in tre livelli: Green, Green+ e Ecotourism.
Eco-lodge ed eco-safari in Botswana: Chobe Game Lodge
Chobe Game Lodge e l’ecologia
Chobe Game Lodge è uno tra i safari lodge più sostenibili in Africa. Si tratta di un lodge a 5 stelle e l’unico situato nel Chobe National Park. Perché sceglierlo come base per un safari in Botswana? Oltre alla sua posizione, sulle sponde del fiume Chobe, il lodge aderisce perfettamente ai principi di ecoturismo e sostenibilità, possedendo anche tutte le certificazioni di qualità. Dal punto di vista ecologico, al Chobe Game Lodge vengono processati ogni giorno più di 100 kg di rifiuti biodegradabili e 60.000 litri di acque grigie. Più del 95% dei rifiuti viene riciclato, mentre il resto viene bruciato ad alte temperature e la cenere residua è usata come fertilizzante per favorire la biodiversità nei giardini del lodge.
L’esperienza del viaggiatore interessato alla sostenibilità
Ci sono altri tre motivi strettamente legati all’esperienza del turista, per cui Chobe Game Lodge è una struttura davvero eco-friendly:
- La piattaforma di legno – a un’altezza di circa 250 metri – è una costruzione ecologica, per la quale sono state adoperate 2 milioni di buste di plastica. Il suo rivestimento non necessita di manutenzione chimica, prevenendo così l’inquinamento del fiume Chobe. Inoltre, grazie alla piattaforma, i turisti possono osservare la fauna selvatica in sicurezza e senza arrecarvi disturbo.
- L’architettura del lodge è moderna ma incorpora armonicamente elementi della tradizione africana. Ad esempio, nella struttura è presente un boma – tradizionalmente un luogo di incontro e convivialità – dove si può cenare e rilassarsi a lume di candela.
- Il Chobe Game Lodge ha realizzato il primo safari sostenibile al mondo. Nel 2014, hanno lanciato due innovazioni incredibili: la prima flotta di jeep 4×4 elettriche e silenziose che non emettono CO2; la prima imbarcazione da safari su acqua che si alimenta con i pannelli solari. Grazie a queste due rivoluzioni sostenibili del concetto di safari, in pochi anni sono stati risparmiati 40.000 kg di emissioni CO2 e più di 15.000 litri di benzina/diesel per le jeep.
Spendere di più, non solo per avere, ma anche per dare molto di più. In questo caso, una spesa lievemente superiore rispetto alla media, corrisponde ad una qualità dell’esperienza di gran lunga migliore, facendo del bene all’ecosistema che visitiamo.
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